In un caldo pomeriggio di Autunno

In un caldo pomeriggio di Autunno,
nere nubi si accalcano,
richiamate da mille orizzonti,
ribollono di un pianto rabbioso
destinato a un altrove identico al qui.
Il frastuono del vento copre le rare voci
che inascoltate scorgono in cielo i segni
di un'ira disumana,
di un incubo mai stato più reale,
di un orrore tanto antico da essere dimenticato
nel finto ottimismo del quotidiano,
quello che gira il volto sempre dall'altra parte,
intento a raccontarsi una fiaba
che fango e lacrime si apprestano a lacerare.

Ostinata illusione

Arcano mistero
senza soluzione,
domanda antica
senza risposta:
lo spirito intrappolato
è incapace di volare,
il suo guscio e i suoi limiti
lo confinano a terra.
Pure la mente non perde speranze,
il sogno ritorna e illude di nuovo,
mentre il cuore si scorda
di aver perso le ali.

Mediterraneo, notte.

Inseguo la luce di un'estrema speranza,
buio, brividi e sale,
nella notte più nera che attraverso.
Luccicano distanti stelle indifferenti,
testimoni silenziose di respiri disperati,
tanto lontane e fredde da non rischiarare
l'abisso che promette di inghiottirmi, 
ad ogni istante più insistente
nello sciabordare sussurri di un oblio senza tempo,
senza dolore.
Ed ecco la paura, che così bene credevo di conoscere,
dominare e superare. 
Proprio ora, in vista del riscatto,
si presenta a me più forte che mai,
muro insormontabile di scoramento,
mentre il vostro mare si chiude sopra i miei occhi. 

La Libertà

Insostenibile pretesa dell'anima,
fatta aquila che si libra leggera
dalla retorica più bugiarda,
ti riveli macigno di Sisifo
nell'inesorabile scorrere dell'abitudine.
Una fede, saggia o stolta,
ti relega nell'obbedienza e nel servire,
causa della colpa madre di tutte le altre;
oppure muovi i gesti di Prometeo,
che orgoglioso rivendica 
il tuo posto nel mondo.
Irrequieta fuggi da chi tenta di incatenarti
per la propria battaglia,
fedele soltanto alla tua natura,
bene tanto prezioso e inafferrabile
che, se cerco nei miei ricordi,
non so se chiamare fantasma o utopia.

Spio il Tempo

Spio il Tempo che incessante picchietta i suoi accenti,
tracciando invisibili confini
agli altrimenti confusi confronti di accordi,
alle armonie che scorrono,
e mi domando come possa non fermarsi ad ascoltare.

Frammento

Rapidi balzi di gioia
trillo di voce argentina
insegui un possesso perenne
che natura matrigna ti vieta
e il riso si muta in mestizia
quando giungi al calar di tua sera.

Le finestre illuminate

Quando la notte mi sorprende,
solitario e senza meta,
per le strade,
l'oscurità confonde
il profilo di ogni cosa.
Mi capita allora
di osservare a lungo
le finestre illuminate,
grandi occhi che fissano
questo limbo di ombra.
Spesso penso a quanto
sia impari la lotta
tra il buio e quella luce,
che vince solo
per pochi metri
e non si cura del vasto mondo
là fuori.
Ma se il cuore è triste e,
simile alla luce,
non raggiunge gli altri,
mi sento schiacciare
dal desiderio di far parte
di quelle intimità.

Gatta

Vigile e pronta 

a cento cacce immaginarie,

vegli su un mondo

popolato da nemici e fantasmi,

autentico predatore

con taglia da preda.

Ostenti coraggio 

e fierezza senza pari,

sposàti a una grazia

che mai mano d'uomo 

saprebbe ricreare.

Così muovi, leggiadra,

dilettandoti talvolta

con carezze e attenzioni

che credi dovute.

Ma pure in queste

ogni tua fibra

pare proclamare

una libertà inestimabile.